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È una calda mattina di agosto e dopo un tour on the road (in autobus) di diversi giorni in 𝑺𝒓𝒊 𝑳𝒂𝒏𝒌𝒂 ci apprestiamo a visitare finalmente 𝑷𝒐𝒍𝒐𝒏𝒏𝒂𝒓𝒖𝒘𝒂.
Questa mattina la sveglia è suonata molto presto, nella nostra minuscola camera del b&b è tutto in disordine, bicchieri sul tavolo, infradito sparse, i biglietti dei siti già visitati e degli alberghi sono infilati dappertutto persino tra le lenzuola.
Sono già passati 𝟏𝟏 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 tra spiagge paradisiache in cui osservare incantati tutti quei coraggiosi surfisti alle prese con le diaboliche onde dell’𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐚𝐧𝐨 e gang di cagnolini che spadroneggiano liberi sul bagnasciuga, tra parchi botanici, distese di thè, 𝐦𝐚𝐞𝐬𝐭𝐨𝐬𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢 𝐛𝐮𝐝𝐝𝐢𝐬𝐭𝐢, lo spettacolo delle balene e l’incubo dei turisti che vomitano per 2 ore di seguito, 𝙡𝙖 𝙜𝙪𝙞𝙙𝙖 𝙨𝙥𝙧𝙚𝙜𝙞𝙪𝙙𝙞𝙘𝙖𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙞 𝙘𝙞𝙣𝙜𝙖𝙡𝙚𝙨𝙞 e la loro incredibile educazione, onestà e gentilezza, un contrasto non da poco, così rozzi alla guida e così nobili nei modi.
Ci siamo ritrovati in posti bellissimi ed ogni giorno è stato un 𝐬𝐮𝐬𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐞.
Il viaggio in treno che un po’ mi destabilizzava è stata persino una delle cose più stupefacenti, paesaggi così rigogliosi, così veri da lasciarmi senza fiato e senza parole per un bel po’ di ore.
Ma ora siamo già al giorno 11 e controvoglia mi infilo nella minuscola doccia, che assomiglia più ad una fontanella non troppo funzionante, e cerco di ricordarmi che sì il viaggio sta per terminare, ma non posso lasciarmi travolgere dalla delusione che il tempo sia trascorso così velocemente perché mi aspettano comunque altre avventure da divorare a pieno, senza contaminarle dalla mia assoluta incapacità di vivere il momento presente.
Fabio invece fischietta tutto felice e prepara la macchinetta fotografica, l’acqua ed i cappelli, appena vede la mia faccia sconsolata si blocca e mi chiede: “Sei incavolata per l’acqua della doccia?”
No rispondo esplodendo in una fragorosa risata, Fabio mi conosce bene e sa che se non riesco a farmi una doccia come si deve borbotto per una giornata intera, ma resto sempre molto easy anche in versione strega. (lo confesso l’acqua è il mio punto debole sempre e comunque).
Appena gli confesso perché sono triste e cosa mi frulla nella testa Fabio ripone con cura la Nikon nello zainetto Decathlon si gira e con sguardo compiaciuto mi dice :” mi fa piacere che riesci sempre a cogliere il lato positivo delle situazioni”.
Scoppiamo a ridere e mi rendo conto che anche se la nostra vacanza da sogno un po’ pazza e tanto anelata sta per finire, noi siamo la più bella avventura e quindi con slancio corro a conquistare Polonnaruwa e ringrazierò per sempre Fabio per aver portato un cappello anche per me, anche con il cielo coperto la testa si surriscalda da morire!
E così dopo tutto queste chiacchiere e dopo la bellissima scoperta della rocca di Sigiriya siamo partiti per visitare anche l’antico patrimonio mondiale dell’UNESCO, l’antica città di Polonnaruwa.
Quello che mi ha subito colpito qui, oltre la storia millenaria che si respira, è stata la rigogliosa vegetazione del sito. Mi sentivo come se fossi entrata in una foresta magica piena di meraviglie di pietra di un tempo antico e di un mondo diverso.
Ed è stato in effetti un viaggio indietro nel tempo, poiché Polonnaruwa era la fiorente capitale dello Sri Lanka nel X secolo, quando i potenti Chola dell’India meridionale sconfissero il Regno di Anuradhapura e stabilirono qui il loro regno. Più di mezzo secolo dopo, furono sconfitti nel 1070 dal re Vijayabahu I che ripristinò il dominio singalese. Fu un altro re, Parakramabahu, che intraprese lavori estesi come la costruzione di una rete di serbatoi per l’agricoltura, la costruzione di alcuni dei monumenti presenti oggi e l’abbellimento di Polonnaruwa. In quanto protettore della reliquia del dente di Buddha, era in una posizione di forza.
Serve almeno una giornata intera per visitare Polonnaruwa e le sue rovine che possono essere suddivise in 5 gruppi:
- Gruppo del Royal Palace
- Quadrilatero
- dintorni del quadrilatero
- Gruppo settentrionale
- Gruppo meridionale
Royal Palace
Ho iniziato dal palazzo reale interamente in rovina con niente in piedi tranne un paio di mura. Nonostante il suo avanzato stato di rovina, la sua base e l’altezza ci dicono che doveva essere un edificio alto e spazioso.
Pare che misurasse 31 m x13 m e che avesse 7 piani.
Sala udienze del re
Non lontano è la sala delle udienze del re, una piattaforma di pietra a più livelli con elefanti scolpiti alla base e leoni al livello successivo.
QUADRILATERO
Dopo una breve passeggiata arrivo nei pressi del Sacro Quadrilatero che racchiude una serie di edifici significativi.
VATADAGE
La struttura più grande e più suggestiva è il Vatadage situato nel cuore del Quadrilatero, si tratta di un tempio circolare molto particolare.
Ha quattro entrate separate che conducono al dagoba centrale che contiene 4 Buddha.
Gli intagli dettagliati sulle pareti, sui pilastri e su ogni scala degli ingressi testimoniano la dedizione e l’artigianato degli scultori dell’epoca. Una pietra semicircolare scolpita sul pavimento chiamata sandakada pahana o pietra di luna è un elemento decorativo tipico degli antichi edifici dello Sri Lanka. Il Vatadage segna il culmine della costruzione e dell’architettura di Polonnaruwa.
Le altre rovine
La maggior parte delle altre strutture di questa zona erano santuari contenenti reliquie buddiste. Alcuni di loro furono costruiti dal re Nissanka Malla, il terzo re di Polonnaruwa. Includono l’Hatadage, l’Atadage, che si ritiene ospitasse otto reliquie – “ata” che significa otto in singalese – di cui la reliquia del dente di Buddha era la più importante, e un padiglione chiamato Lata Mandapa da cui Nissanka Malla ascoltava canti religiosi. C’erano statue di Buddha e pilastri scolpiti nella maggior parte di essi.
GAL POTHA
Un’enorme lastra di pietra rettangolare chiamata Gal Potha ricoperta di iscrizioni, una sorta di riproduzione in pietra di un libro. Si ritiene che il testo sia di Nissanka Malla che racconta il suo governo e come diventare il re dello Sri Lanka. Da un lato ha una scultura di Gajalakshmi, la dea indù della ricchezza affiancata da una coppia di elefanti protettivi. Ogni lato del pezzo di pietra ha due file di cigni scolpiti.
Satmahal Prasada
Satmahal Prasada è una struttura piramidale a sette piani, una struttura simile a una ziggurat, costituita da 6 piani di dimensioni progressivamente digradanti.
DINTORNI DEL QUADRILATERO
Pabula Vihara
Mentre seguivo la mappa, è apparso uno stupa dalla forma insolita. Il Pabula Vihara sembra una specie di enorme stupa a gradini situato in una radura del bosco. È stato costruito durante il periodo di Parakramabahu.
Shiva Devale 1 e 2
Shiva Devale n.1 risale al secolo XIII e testimonia il ritorno dell’influenza indiana dopo la fioritura cingalese di Polonnaruwa. Negli scavi sono stati rinvenuti anche dei bronzi ora conservati nel museo archeologico.
Shiva Devale n.2 è la struttura più antica di Polonnaruwa, risalente ai tempi di Chola. Erano indù, il che spiega la presenza di un tempio dedicato a Shiva.
GRUPPO SETTENTRIONALE
Queste rovine si trovano a 1.5 km dal Quadrilatero.
Dopo diverse ore di visita ci ritroviamo in questa zona con un caldo davvero sfidante e tante altre rovine da ammirare.
Rankoth Vihara
La prima è Rankoth Vihara è il più grande stupa(54 m di altezza) di Polonnaruwa e il quarto più grande del paese e venerato dai buddisti singalesi. È attribuito a Nissanka Malla e ha quattro strutture decorate a cui i devoti, incluso il re stesso, facevano offerte. È fatto di mattoni ed è sormontato da un pinnacolo.
Kiri Vihara
Nelle vicinanze c’era il secondo stupa o dagoba più grande chiamato Kiri Vihara che significa tempio bianco latte a causa del suo colore. Costruito in onore della regina Subhadra di Parakramabahu, conserva ancora straordinariamente il suo intonaco originale.
Lankatilaka
Si tratta di uno degli edifici più suggestivi, Lankatilaka sembra un’enorme cattedrale di mattoni che ospita un’alta statua senza testa di Buddha. L’edificio è stretto con pareti di 17 metri simili a pilastri che creano uno stretto passaggio contenente la statua. Le pareti esterne sono splendidamente decorate e si possono ancora vedere frammenti dell’intonaco che un tempo ricopriva i mattoni arancioni.
Gal Vihara
Era ora il momento di ammirare il Gal Vihara, parte del monastero settentrionale e le sue statue.
Quattro statue sono state scolpite da un’unica lastra di granito grigio che segna l’apogeo delle sculture rupestri dello Sri Lanka.
C’è un Buddha in piedi alto 7 metri, alcuni sostengono sia Buddha, mentre altri dicono che è il suo discepolo Ananda raffigurato con un’espressione facciale triste quando il suo insegnante se ne andò per raggiungere la salvezza.
Poi abbiamo il Buddha sdraiato nell’atto di entrare nel parinirvana ed è una statua lunga 14m.
Sono rimasta molto colpito dal Buddha sdraiato con la testa sulla mano destra appoggiata su un cuscino decorato. Il cuscino dove poggia la sua testa e le vesti sottili e delicate insieme alla naturale screziatura chiara e scura della pietra grigia sono semplicemente meravigliosi. Lo sguardo sereno sul suo volto ci dice che ha raggiunto quello stato supremo di salvezza che tutti speriamo: il nirvana.
Le altre 2 statue rappresentano il Buddha seduto.
GRUPPO MERIDIONALE
Qui non siamo riusciti ad arrivare, perché troppo tardi, ma ci sono una statua alta quasi 4 m del Buddha in una raffigurazione molto realistica ed umana.
E il Potgul Vihara detto anche dagoba della biblioteca, una struttura vuota dai muri spessi e simile ad un reliquiario che molto probabilmente era usata per conservare i libri sacri.
ORARI SITO POLONNARUWA
Il sito è aperto dalle 8 alle 17 tutti i giorni.
PREZZO: il costo per visitare l’intero sito archeologico è di 25$
5 Comments
Io non ho ancora avuto l’occasione di visitare lo Sri Lanka, ma mio marito Si, e ne conserva ricordi meravigliosi. Abbiamo tantissime foto che spesso m ostriamo anche alla nostra bambina, e lui Si perde nei racconti delle sue avventure in questi luoghi magici, proprio come hai fatto tu.
Sono proprio luoghi magici,
un saluto 🙂
Che voglia di Sri Lanka che mai hai fatto tornare!
Ricordo con chiarezza la bellezza del sito di 𝑷𝒐𝒍𝒐𝒏𝒏𝒂𝒓𝒖𝒘𝒂, la gente che pregava o meditava!
Grazie per avermelo fatto rivivere, Stefania.
Un abbraccio.
Mimì
Non ho ancora avuto occasione di visitare lo Sri Lanka ma ultimamente sto collaborando con una ragazza che ha viaggiato molto e il suo ultimo racconto era del Cambogia… Mi è sembrato molto simile al tuo racconto,! Dev’essere troppo bello
Sì è davvero un bel posto dove stare per un po’!