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Storie di viaggiatori

La storia di Mery: da dipendente a viaggiatrice freelance

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Ciao Mery grazie mille per aver accettato di raccontarti un po’ sul mio blog, è davvero un grande piacere
poter fare 4 chiacchiere con te e sono sicura che avrai tanto da dirci!

Ciao Mery e grazie per essere qui, ci racconti brevemente chi sei, cosa fai ed il tuo background

Ciao Stefania, grazie per ospitarmi sul tuo blog.
Mi chiamo Mery Sinatra sono un’ossessionata di viaggi, armata di macchina fotografica, ho viaggiato
intensamente per tutta l’Asia il mio luogo del cuore, spinta dalla voglia di conoscere sempre di più le
stranezze, la cultura, i luoghi incredibili e raccontare le mie esperienze in giro per il mondo tramite video
documentari di viaggio che pubblico sul mio canale youtube.
Sono una video reporter di viaggio, content creator, travel videomaker e sono tour leader di viaggi di gruppi
in Giappone.

Da dove nasce il tuo amore viscerale per il Giappone?

Nasce in adolescenza, con il desiderio di poter visitare la terra dei manga e degli anime, ero così affascinata
dalla cultura che scoprivo tramite queste opere e volevo immergermi in questa terra e vivere il mio sogno
di visitarlo. Mi sono iscritta a una scuola di lingua giapponese per hobby per 3 anni e mi sono trasferita in
Giappone per 3 mesi già dalla prima volta che l’ho visitato, nel 2010. Lì ho scoperto che non era solo
fascinazione, i modi, la mentalità, l’estetica dei luoghi era qualcosa che avevo dentro, una comprensione
viscerale. Da allora si è trattato sempre di un richiamo. Ci tornavo quanto più possibile anche per molto
mesi potendo lavorare da nomade digitale già dall’epoca

Quali sono gli aspetti più curiosi e quelli più difficili della cultura giapponese?

In Giappone è talmente difficile trovare qualcosa di ordinario secondo la nostra concezione che tutto
risulterà curioso a chi non c’è mai stato!
Il modo in cui le persone sono estremamente gentili e ospitali, la cura per i dettagli, il concetto di kawaii
ovvero di cose carine come dei pupazzetti o mascotte che non è solo associato ai bambini ma anche agli
adulti, persino ai business man.
Il contrasto tra architetture antiche che fanno pensare al periodo edo fiancheggiati da grattacieli pazzeschi meravigliosi, il senso di spiritualità scintoista tra templi maestosi e
piccoli altari all’angolo della strada. Potrei andare avanti per ore credimi!
Gli aspetti più difficili della cultura sono che purtroppo c’è ancora una mentalità molto maschilista, difficile
da comprendere, il senso del dovere è molto forte ma se portato all’eccesso può far perdere di vista la
realtà e distorcerla penso al karoshi ovvero la morte per troppo lavoro dovuto ai troppi straordinari.

Ho letto sulle tue stories Ig che durante la tua permanenza in Giappone hai provato un forte senso
di solitudine, ti va di parlarcene?

Credo sia una cosa normale che si vive lontani dal proprio paese di origine, poiché non si hanno più alcuni
punti di riferimento.
Si devono ricreare delle routine, un giro di amici, ti senti un pò indietro e ingenuo non sapendo come
funzionano alcuni comportamenti sociali.
Tokyo per quanto l’amassi mi ha fatto sentire molto sola, ma guardando indietro non penso sia stato un
male anzi mi ha aiutato a comprendere molto di me, a cavarmela e a non dare per scontato i rapporti con
persone amiche.
Era un senso di solitudine ma con una tinta malinconica quindi aveva un che di poetico che mi ha fatto
essere molto introspettiva, a creare attraverso l’uso della scrittura e della fotografia, essere più profonda.

Ci parli degli onsen giapponese

È una delle cose più belle e rilassanti da fare se si va in Giappone! Sono delle vasche termali che si
condividono con delle persone dello stesso sesso, ma la regola principale è essere nudi.
Non c’è spazio per la vergogna, e te ne accorgi quando entri.
Vedere la tranquillità e l’indifferenza ti contagia subito, riesci a percepire anche tu il tuo corpo solo come un corpo come tanti a cui riservare il riposo e il piacere di un bel bagno caldo. Nella vasca ho chiacchierato molto spesso con signore giapponesi.

Quale viaggio ti ha stupito perché ti aspettavi qualcosa di completamente diverso

Stupito devi dire Bali, ma non positivamente: l’ho vista molto inquinata e invasa da un turismo un po’
cafone. Avevo un’immagine idilliaca dell’isola e così ho avuto un forte contrasto.
L’isola è davvero meravigliosa e la cultura è stupenda, ho proprio un’adorazione per il loro credo e la loro musica, mi ha fatto molto male vedere come la loro splendida isola fosse così inquinata e invasa di costruzioni che toglievano sempre più spazio alla foresta e alla natura.
In quel momento mi sono accorta di come bisognasse riuscire a responsabilizzare sia un turismo più rispettoso per l’ambiente sia parlare di più di questi problemi e tematiche legati all’inquinamento della natura.

Dove avresti voluto passare questo periodo di pandemia? E perché?

Penso in Giappone per poter documentare meglio la vita lì e creare contenuti. Ma anche un luogo nella
natura più selvaggia, sia in montagna che in una spiaggia tropicale.

Qual è la tua filosofia di vita? Ce ne parli brevemente

Sono due.
Siamo venuti al mondo non per compiacere gli altri. Bisogna avere il coraggio di vivere secondo i
propri valori rispettando con gentilezza le persone e le loro scelte, la natura, la cultura dei popoli,
senza giudizi, e gli animali.
Non affannarsi per raggiungere la “meta” o la felicità in un ipotetico futuro, ma vivere ogni giorno il
qui e l’ora imparando a godersi e a innamorarsi del “viaggio”. Trovare il significato della vita in
questo.

In cosa ti senti profondamente diversa ora da nomade digitale rispetto a quando eri lavoratrice
dipendente

Più consapevolezza sulla gestione del mio tempo e della mia salute mentale.

Ti sei sentita sola quando hai iniziato il tuo percorso da freelance? Se sì come hai fatto a superarla?

Più che sola mi sono sentita spaventata, è stato un salto nel buio. L’ho superata affrontando le difficoltà un
po’ alla volta, cercando informazioni su internet da chi lo era, cercando di non farmi abbattere dal grande
ignoto e dall’incertezza economica.

Una delle esperienze più assurde/ divertenti vissute in viaggio?

In Myanmar si rompe il pullman che avevo preso per arrivare a Mandalay nel bel mezzo del nulla tra le
montagne.
So che i tempi saranno lunghissimi per la riparazione quindi scendo per respirare aria e sgranchirmi le
gambe. Il pullman si era fermato vicino a una casa fatta di paglia, molto sgangherata che vende quel che
può (molte case private fanno così). Vado a prendere un Caffè liofilizzato da questa famiglia per ammazzare
il tempo e non so come mi ritrovo a ridere a crepapelle, a insegnare l’inglese , a imparare il birmano da
loro, a fare ritratti a matita dei bambini che “appendono” subito alla parete, a usare il loro “bagno” con un
maiale gigante che mi guardava, a farmi invitare a cena:
avevano preparato del pesce fritto che sembrava piranha ! Il pullman sembrava essere stato riparato (dopo
3 ore) così la mamma e la nonna mi mettono la cena in un sacchettino da portare sul pullman.
Mi abbracciano e continuano a salutarmi mentre il pullman si allontana come in una scena da film. Ho
mangiato del pesce unto dalla faccia cattivissima sul pullman per la gioia dei miei vicini.
Di questo episodio c’è un video sul mio canale youtube!

Grazie Mery per aver condiviso le tue esperienze e la tua essenza con noi, te ne siamo davvero grati!

Ora Mery si trova in Nepal, seguila su Instagram  per scoprire le sue nuove avventure nepalesi!
Buona continuazione,
a presto!

Stefania, copywriter e digital strategist, amo leggere, viaggiare ed ascoltare le storie dal mondo. Adoro l'Asia. Vegan, piena di speranza per un pianeta migliore, innamorata del mio cagnolino Giotto.

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