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Ti va di dirci chi siete, quanti anni avete e in che luoghi siete nati e cresciuti
Siamo Alessandro ed Irene, 32 e 33 anni. Nati e cresciuti a Firenze dove ci siamo conosciuti tre anni fa stravolgendoci reciprocamente la vita.
Come hai vissuto la tua vita dopo gli studi?(scuola, università) E quali erano i tuoi sogni all’epoca? E cosa è cambiato?
Per raccontare la nostra storia bisogna proprio partire da quel periodo. Siamo entrambi cresciuti dai nostri genitori col sogno del posto fisso. Mia madre, ad esempio, ha speso tutta una vita a lavorare e basta.
Mi ha trasmesso questo ed io, come Irene, abbiamo creduto fino alla nostra conoscenza che quello fosse l’unico modo di concepire la vita. Studia, lavora, matrimonio e figli entro i 30, ancora lavoro fino alla pensione, se arriva.
Lì, intorno ai 70 anni, forse ti puoi godere la vita. Io fino ai 29 avevo una brillante carriera come Direttore nella grande distribuzione, Irene lavorava ma ci mancava qualcosa di fondamentale: il tempo.
Perché hai deciso di partire la prima volta?
Abbiamo deciso di partire proprio per riprenderci indietro quel tempo. Nel supermercato lavoravo tantissimo e la sera tornavo a casa uno straccio, sapendo che il giorno successivo sarebbe stato identico. Una sera, stremato, guardandomi allo specchio intensamente ho avuto il coraggio di domandarmi: “Vuoi davvero fare questa vita?”
E la risposta è stata no. Parlando con Irene la mattina dopo abbiamo capito che era giunto il momento di riprenderci indietro il tempo e i nostri anni migliori.
Chi ti ha supportato?
Inizialmente in pochi, giusti le nostre famiglie e qualche amico stretto che hanno compreso quanto veramente avessimo bisogno di libertà. Per il resto eravamo solo dei pazzi che stavano lasciando il posto fisso. Ricordo ancora che il mio titolare disse di me “Alessandro è impazzito, vuole andare a fare il Marco Polo in Asia”.
Ci racconti la tua esperienza nel sud est asiatico?
Un’esperienza travolgente e densa di significati. 84 giorni attraverso Cina, Cambogia, Laos, Vietnam e Thailandia completamente liberi. No cartellini da timbrare, orari fissi. Ci si svegliava la mattina domandandosi nel letto “e oggi dove si va?”
Libertà con la L maiuscola. L’Oriente è estremamente affascinante e la gente ha una serenità impossibile da comprendere per noi che possediamo tutto e siamo perennemente frustrati. Paesi meravigliosi con una Natura selvaggia ed usanze completamente diverse dalle nostre. Si è catapultati proprio in un altro mondo.
Quanto conta per te te condividere le esperienze di viaggio e di vita con la persona giusta?
Trovare un compagno di vita che sia la spalla di viaggio ideale è una grande rarità. Con Irene ci siamo supportati in qualunque occasione, come ad esempio nella drammatica sera in cui fummo scippati in Cambogia in piena notte. Anche perché viaggiare per mesi significa stare insieme h24 e senza un perfetto affiatamento diventa dura.
Come ti sei trovato a lavorare in un’altra nazione? Cosa hai imparato? E cosa ti manca di quel periodo?
Molto bene. Lavorare in Olanda è profondamente diverso rispetto a ciò a cui siamo abituati in Italia. In primis c’è un equo bilanciamento tra lavoro e vita privata. Si ha il tempo di vivere la propria esistenza, si ha tempo per fare l’amore, giocare, fare sport, oziare. Il rapporto col datore di lavoro è sempre molto più aperto e schietto e si cerca in ogni caso di venirsi incontro. Poi ovviamente gli stipendi e la meritocrazia, che lì esiste davvero.
Da dove ti è venuta l’idea di prendere un camper e di trasformare la tua vita in un viaggio h24?
Dall’esigenza di vivere ancora quella sensazione di libertà con la L maiuscola, che è una droga assurda. Provare la libertà più e più volte, questo è il nostro desiderio. Da tanti anni avevamo il sogno del furgoncino Volkswagen e appena abbiamo avuto l’opportunità ci siamo buttati a capofitto, senza pensare troppo, nonostante le condizioni del mezzo scelto fossero davvero penose.
Ci racconti qualcosa di più su come hai fatto a ristrutturare il camper e più o meno la spesa che hai dovuto affrontare e le difficoltà?
Considera che prima del restauro non avevamo mai preso in mano un cacciavite noi. La difficoltà maggiore è stata dover imparare tutto. Come tagliare il legno, avvitare, risistemare le infiltrazioni, tutto. Guardando su YouTube, provando e riprovando ci siamo riusciti ma sono stati tre mesi di duro lavoro. Tanti i giorni in cui piangevamo convinti di avere fatto un azzardo con quel furgoncino. La spesa totale è stata intorno ai 6000 euro tutto compreso.
Come ti sei sentito la prima volta che hai dormito sul camper?
Impossibile da spiegare. Stavamo realizzando un sogno per il quale avevamo combattuto tre mesi, lavorando sotto il sole estivo di una Firenze già tutta in vacanza. Ci vengono i brividi solo a ricordare la prima notte.
Quali sono le emozioni più belle che stai provando adesso? Cosa ti piace della tua vita di oggi?
Gli incontri. Nonostante l’Italia sia di una bellezza sconvolgente ciò che più ci rimane dentro è l’accoglienza delle persone. In Molise siamo stati ospiti di una famiglia stupenda per due giorni, a Bari un meccanico ha speso due giorni per sistemare il nostro furgoncino che aveva problemi. Solo a lavoro finito abbiamo saputo che aveva un tumore in metastasi e che non gli sarebbe rimasto molto tempo. Viaggiando scopri quanto sa essere enorme il cuore della gente.
Qual è ora la tua filosofia di vita?
Godi adesso che puoi. Semplice, forse banale. Ma la sentiamo veramente nostra.
Quanto tempo viaggerai in questo modo sul camper?
Non ci siamo dati delle scadenze ma vorremmo farlo ancora per tre mesi, Covid permettendo. Adesso siamo a 97 giorni di viaggio.
Come vi sostenete economicamente?
Soltanto Con i risparmi del lavoro in Olanda. Gestendo bene i soldi ed evitando gli sprechi si possono mettere via dei bei gruzzoletti laggiù.
Come ti vedi/vedete tra 5 anni?
Ancora liberi con la L maiuscola. Sicuramente con dei figli e nessuna intenzione di fermarci, questo è ovvio. Abbiamo ancora troppi luoghi da vivere e vorremmo insegnare ai nostri figli fin da piccoli ad aver curiosità verso il mondo. Apertura, non chiusura.
Qual è il tuo sogno oggi?
Poter trasmettere a più persone possibili il messaggio che tutto si può fare, anche una vita in viaggio. Ti chiameranno Marco Polo, pazzo idiota ma tu hai il dovere di ascoltare le tue necessità perché d’altronde in ballo c’è la felicità, la tua.
Grazie ad Alessandro ed Irene per la vostra disponibilità e per la vostra sincerità, continuiamo a seguire appassionati le vostre bellissime avventure!