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Storie di viaggiatori

STORIE DI VIAGGIO: GIANLUCA GOTTO E LA SUA VITA DA NOMADE DIGITALE

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Ciao Gianluca,
grazie di cuore per aver accettato questa intervista e per aver dimostrato ancora una volta la tua grandissima empatia, spero ti divertirai a rispondere a queste domande.
Grazie per ispirarci ogni giorno e per renderci partecipi della bellezza del mondo e della sua magia con i tuoi libri ed il tuo blog.

Qual è stato il momento in cui hai capito che la tua vita era una tua responsabilità e che eri libero di scegliere solo il meglio per te?

Ciao Stefania, grazie per ospitarmi innanzitutto. L’ho capito presto, e questa è stata una mia grande fortuna. Durante il primo anno di università mi resi conto che non avevo scelto quel percorso, semplicemente mi ero fatto trascinare dalla corrente più forte (ovvero il percorso di vita più comune).

Oggi posso dire che all’epoca vissi un risveglio di consapevolezza: è questa la vita che voglio?

Me lo chiedevo e mi immaginavo, dieci anni dopo, a lavorare in un ufficio sfoderando sorrisi falsi ai clienti, sempre nella stessa città, sempre imbottigliato nel traffico con lo stress che mi logorava dentro. Ebbi la forza di dire di no, o almeno, di non arrendermi subito a quella prospettiva di vita.

Lasciai l’università, partii per l’Australia e iniziai il mio percorso verso le coordinate della felicità. Ecco, fu in Australia che compresi una grande lezione sulle responsabilità: essere liberi non significa vivere senza regole, ma vivere secondo le proprie regole. È quello che cerco di fare ogni giorno.

Qual è la tua morning routine?

Mi sveglio ogni mattina tra le sei e le sei e mezza, ormai senza più nemmeno la sveglia. Il mio corpo si è abituato a seguire i ritmi della Natura e quindi a svegliarmi quando sorge il sole.

La prima cosa che faccio è una lunga passeggiata (con Claudia, la mia compagna), utile a mettere in moto corpo e mente. Se sono in un posto di mare, mi piace fermarmi a guardare le onde e ad ascoltare il loro suono.

Quando torno a casa, prepariamo e mangiamo la colazione lentamente, senza alcuna fretta. Ci piace parlare, programmare la giornata, ridere. Sono convinto che il modo in cui inizi la tua giornata abbia un impatto enorme sul tuo umore per le ore successive.

Non accendo il cellulare fino a dopo colazione, ma spesso anche per tutta la mattina, perché questa è la parte della giornata che dedico al lavoro e alla scrittura. Lo smartphone è uno strumento straordinario, ma anche una enorme fonte di distrazione.

Come mai hai scelto di diventare vegetariano? Ti va di raccontarci come hai affrontato il passaggio? Che difficoltà hai incontrato e com’è cambiato il tuo rapporto con gli animali?

Sono diventato vegetariano un giorno di nove anni fa, in Australia. Mi era capitata un’opportunità lavorativa, dovevo lavorare in una fabbrica per nove ore in cambio di un’ottima paga. Arrivai, lavorai, poi al momento di uscire mi persi nel groviglio di corridoi, aprii una porta a mi ritrovai davanti alla zona in cui venivano uccisi migliaia di polli. Solo in quel momento compresi che avevo lavorato per un’azienda che macellava animali.

Negli anni avrei capito che l’industria della carne funziona proprio così, attraverso meccanismi che devono rimanere lontani dagli occhi delle masse. Come diceva qualcuno, se i mattatoi avessero le pareti trasparenti, saremmo tutti vegetariani!

Quella sera tornai a casa con quelle immagini negli occhi, non cenai perché ero troppo scosso. Il giorno successivo mi informai su internet e guardai “Earthlings” su YouTube. È il documentario con la voce di Joaquin Phoenix sulla questione vegetariana/vegana. Piansi e decisi che non avrei mai più mangiato carne. Da allora, non è mai più successo.

Fu una decisione che presi insieme alla mia ragazza Claudia, che però da quel momento è al 100% vegana. Il passaggio è stato molto semplice per entrambi. Come tanti altri cambiamenti, la paura e i dubbi ci sono solo prima di buttarti.

Posso dire che diventare vegetariano (ed eliminare anche i latticini) è stata una delle migliori decisioni della mia vita. Sono convinto che la carne assopisca la mente, avveleni l’anima e porti morte dentro il corpo. Rispetto a prima ho perso una ventina di chili. Non sono mai stato meglio fisicamente e ogni volta che accarezzo un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale so che con quella semplicissima decisione sto risparmiando sofferenze immani a centinaia di creature innocenti.

Secondo te come si riesce ad eliminare la paura dalla vita? Intendo dire la paura non solo dei fallimenti, ma di situazioni difficili come la pandemia, le malattie, la solitudine, percorsi sbagliati…

La paura non si può eliminare, ed è un bene che sia così. È un importante meccanismo di autodifesa che ci tiene all’erta di fronte ai pericoli.

La paura va accettata e poi gestita. Accettarla significa smettere di avere paura di avere paura: non c’è niente di sbagliato in te se hai timore di qualcosa! La vita non è facile per nessuno di noi. Quando parti da questo presupposto, la paura assume un ruolo meno centrale nella tua vita.

Diventa uno dei tanti elementi che ti caratterizzano. Accettarla significa normalizzarla e quindi renderla una presenza meno soffocante e limitante. Gestirla, invece, significa imparare a sfruttarla a proprio favore. Se sei una persona che vorrebbe cambiare vita perché profondamente insoddisfatta, ma hai troppa paura di farlo, prova a fermarti e a immaginare come sarà la tua esistenza tra 10 anni se ora non fai nulla. Ecco che quella paura di restare così infelici diventa molto più grande della paura di cambiare.

Quanto sei cambiato dentro da 10 anni a questa parte? E cosa diresti al te stesso di 10 anni fa?

Non penso di essere cambiato, ma di essermi evoluto. Credo che si compi una vera tragedia quando smettiamo di essere noi stessi, quando soffochiamo la nostra essenza più profonda e vera per compiacere gli altri. Io, questo, non l’ho mai fatto. Bene o male anche a vent’anni ero più attento a non perdere me stesso che a perdere gli altri.

C’è stata però un’evoluzione consapevole: viaggiando ho scoperto tanto su me stesso mentre scoprivo il mondo. Oggi posso dire di conoscermi bene e di non essermi tradito, e questa è una benedizione.

Al me stesso di dieci anni fa non direi nulla. Tutti gli errori che ho fatto sono parte del mio percorso. Se non ci fossero stati sarebbe stato diverso e a me piace che sia andata proprio così.

Cosa fai per cercare di diminuire il tuo impatto sull’ambiente e sul pianeta?

Sicuramente non mangiare animali e latticini ha un impatto notevole. Pensiamo a quanti alberi vengono abbattuti per creare terreno per gli allevamenti, a quanta acqua e mangime sono necessari per nutrire un animale che poi andrà ucciso per ricavare un po’ di carne. Ridurre o eliminare il consumo di prodotti di origine animale è la cosa più immediata ed efficace che possiamo fare. Ma non è sufficiente. Claudia è molto più consapevole di me sulla questione ambientale e negli anni mi ha insegnato l’importanza di provare a consumare solo prodotti locali. Un’altra cosa che facciamo è spostarci con mezzi che non inquinano: amiamo camminare e andare in bicicletta. Quando viaggiamo, cerchiamo di farlo nel modo più lento possibile. Infine, da anni utilizziamo solo le nostre borracce per bere. Infine, dopo anni ad accumulare taccuini, oggi ne ho uno “riutilizzabile”: scrivo su una pagina, archivio il contenuto con una app e poi passo un panno umido sul foglio per farlo tornare come nuovo. Così evito di sprecare carta su carta.

Qual è la tua filosofia spirituale? Ce ne parli un po’?

Incontrare il Buddhismo, in Asia, mi ha cambiato la vita. È una cultura spirituale che contrariamente a molte religioni non pone l’attenzione su quello che non possiamo sperimentare (un Dio onnipresente e onnisciente, un Paradiso e un Inferno, i miracoli e via discorrendo) ma su quello che possiamo sperimentare.

Ovvero la presenza, il vivere non nel domani né nel passato, ma nel qui e ora.

È tutta una questione di consapevolezza: quando capisci che questa è l’essenza della vita, molte delle tue paure e sofferenze svaniscono.

Quali sono secondo te i primi passi da fare per intraprendere un significativo cambiamento interiore?

Una delle cose più importanti è chiederti sempre perché stai facendo quello che stai facendo. Lo fai perché lo vuoi? Cosa provi mentre lo fai? Cosa vorresti fare, invece? Essere onesti con se stessi e consapevoli è un atteggiamento coraggioso che porta a una forte realizzazione personale.

Ci racconti qual è la persona che hai incontrato in viaggio che ti ha più stupito per la sua bontà d’animo ed il suo percorso?

Ce ne sono tante, troppe per essere citate qui. Posso dire che ognuna di esse aveva un tratto in comune: il loro ego era totalmente sotto controllo.

Non vivevano per sovrastare gli altri, competere e primeggiare.

La loro vita era completamente incentrata sull’amore, per se stessi, per gli altri e per la stessa vita. L’ego è il nostro più grande nemico.

Ci racconti di un libro che ha cambiato il tuo punto di vista su qualcosa?

Un libro che mi ha cambiato la vita è “Uno psicologo nei lager” di Viktor Frankl. Non solo perché ti aiuta a dare il giusto peso alle presunte “ingiustizie” che subisci nella tua vita ma anche e soprattutto perché è un libro che ti aiuta a capire l’importanza di trovare il senso della tua vita.

So che il tuo prossimo libro è ambientato in Vietnam ci puoi anticipare altro?

È un romanzo ambientato in Vietnam. L’ho scritto per la gran parte quando ero sull’isola thailandese. Non voglio ancora raccontare la trama nei dettagli ma posso dire che racchiude molti insegnamenti orientali, appartenenti soprattutto alla cultura buddhista, che reputo molto preziosi per riuscire ad affrontare nel migliore dei modi questo periodo denso di tensione, paura, stress e ansia.

Qual è l’oggetto che non può mai mancare nel tuo zaino?

Il mio quaderno di viaggio su cui annoto luoghi, incontri, sensazioni e riflessioni.

Quale tra le culture che hai vissuto ti ha influenzato maggiormente?

Sicuramente la cultura buddhista che ho incontrato in Thailandia.

Perché il Buddhismo, prima di essere una religione, è un modo di intendere la vita.

GRAZIE Gianluca per il tempo che ci hai dedicato, per la tua condivisione e per fare del mondo un posto gentile, accogliente e pieno di ottimismo ma anche responsabilità e fiducia.
Che il tuo cammino possa essere sempre illuminato dalla luce!

Grazie di cuore Stefania. Ti auguro tanta luce.

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Stefania, copywriter e digital strategist, amo leggere, viaggiare ed ascoltare le storie dal mondo. Adoro l'Asia. Vegan, piena di speranza per un pianeta migliore, innamorata del mio cagnolino Giotto.

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